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CCCIT | RAPPORTO SULLO SVILUPPO DELLE IMPRESE CINESI IN ITALIA (2024)

2024年12月20日

Sintesi Esecutiva del Rapporto sullo Sviluppo delle Imprese Cinesi in Italia (2024)

L'Italia è una nazione industriale avanzata, la terza economia più grande dell'Unione Europea e l'ottava a livello mondiale. È il secondo paese manifatturiero nell'UE, dopo la Germania, ed è conosciuta come il "regno delle piccole e medie imprese" grazie all'ampia presenza di PMI. Al 2023, l'Italia rappresenta il quarto partner commerciale della Cina nell'Unione Europea, mentre la Cina è il primo partner commerciale dell'Italia in Asia. 

Gli scambi tra Cina e Italia risalgono già all'epoca della dinastia Han (l'Impero Romano), mentre le moderne relazioni diplomatiche tra i due Paesi sono state ufficialmente stabilite il 6 novembre 1970. Fin da allora, le imprese cinesi hanno iniziato a investire in Italia. 


La Camera di Commercio Cinese in Italia (precedentemente nota come Associazione delle Imprese Cinesi in Italia) è stata fondatanel 2008. Nell'aprile 2021, l'Associazione è stata ufficialmente rinominata Camera di Commercio Cinese in Italia (di seguito "la Camera"), diventando l'unica associazione di imprese cinesi in Italia riconosciuta dai governi di Cina e Italia. La Camera si propone come piattaforma per favorire la comunicazione tra imprese e istituzioni cinesi e italiane, rafforzare i contatti con i vari livelli di governo italiano e le associazioni del settore, e promuovere la cooperazione economica e commerciale. La sua missione è servire le imprese cinesi in Italia, rappresentare i loro interessi, tutelarne i diritti, regolamentarne il comportamento e promuoverne l'immagine in Italia. Attualmente, la Camera conta oltre 100 membri, che operano in settori quali finanza, telecomunicazioni, manifattura tecnologica, automobili e accessori, energie rinnovabili, trasporti marittimi, commercio di importazione ed esportazione e servizi commerciali.


Il presente rapporto, realizzato in collaborazione con Forvis Mazars S.p.A., e Chiomenti Studio Legale, presenta per la prima volta, attraverso un'indagine basata su un questionario, lo stato operativo attuale delle imprese cinesi in Italia (aggiornato al 31 dicembre 2023), includendo informazioni di base, attività aziendali, ambiente imprenditoriale e, in particolare, le opinioni sulle normative rilevanti dell'Unione Europea e dell'Italia. Il rapporto presenta non solo il panorama delle imprese cinesi in Italia, ma anche le principali sfide e i rischi che affrontano, offrendo al contempo una visione prospettica sul futuro. 

Al questionario annuale del 2023 hanno partecipato 92 imprese cinesi in Italia (di seguito "imprese associate"), rispondendo a 43 domande. Esprimiamo sincera gratitudine per la partecipazione delle imprese associate e il prezioso supporto fornito dai dirigenti aziendali intervistati. 


Il questionario annuale del 2023 si focalizza su cinque temi principali:

1.Lo stato attuale degli investimenti;

2.I contributi fiscali;

3. Le preoccupazioni relative alle normative;

4.L'ambiente per gli investimenti;

5. Gli investimenti futuri.


1. Gli investimenti delle imprese cinesi in Italia sono relativamente concentrati


Si manifestano principalmente nella concentrazione delle fonti di investimento e nelle destinazioni degli investimenti.


Fonti di investimento

Le cinque aree costituiscono il 75% degli investimenti totali. Pertanto, le imprese provenienti dalle zone costiere orientali della Cina rappresentano il motore principale degli investimenti in Italia.


Destinazioni di investimento

Gli investimenti delle imprese associate in Italia sono concentrati in nove regioni. Le prime tre regioni sono Lombardia, Piemonte e Lazio, con una quota rispettivamente del 51,09%, 15,22% e 11,96%. Complessivamente, queste tre regioni costituiscono il 78,27% degli investimenti totali. Le tradizionali aree economicamente forti sono la principale destinazione degli investimenti delle imprese cinesi in Italia.


La regione Lombardia continua a essere l'area principale in cui le imprese cinesi in Italia prevedono di effettuare ulteriori investimenti nei prossimi tre anni, con una percentuale del 61,29%, distanziando ampiamente la seconda classificata, la regione Lazio(9,68%). 


2. Le imprese associate offrono contributi eccezionali in termini di fatturato, imposte sul reddito delle società eoccupazione.


Fatturato

Secondo i risultati del questionario, il 20,65% dele imprese intervistate ha registrato un fatturato superiore a 10 milioni di euro nel 2023. Secondo una stima non esaustiva, il fatturato totale di questa parte di imprese supera i 5,1 miliardi di euro.


Imposte sul reddito dele società (IRES+IRAP)

Le imprese intervistate hanno registrato una crescita sostenibile dell'imposta sul reddito delle società nel 2023 rispetto all'anno precedente, dando un contributo straordinario alle entrate fiscali dell'Italia.


Occupazione

Sebbene il 45,65% delle imprese intervistate abbia un numero totale di dipendenti inferiore a 20, il 27,17% delle imprese ha più di 100 dipendenti, e tra queste il 10,87% ne conta oltre 500.


Inoltre, il 44,57% delle imprese intervistate ha una percentuale di dipendenti di nazionalità cinese inferiore al 5%, mentre il 43,48% delle imprese dichiara che il personale inviato dalla Cina rappresenta meno del 5% dei dipendenti cinesi complessivi.


3. Le normative restrittive, come il Golden Power, suscitano ampie preoccupazioni tra le imprese cinesi.


Secondo i risultati del questionario, il 34,78% delle imprese associate ritiene che il protezionismo rappresenti la principale difficoltà e sfida per gli investimenti in Italia. Inoltre, oltre due terzi (68,48%) delle imprese associate considerano, in varia misura, il sistema italiano di controllo sugli investimenti diretti esteri (noto come "Golden Power") e il Regolamento UE sugli aiuti di Stato come espressione del protezionismo. Questi fattori influenzano in varia misura la volontà e le decisioni delle imprese riguardo a investimenti, acquisizioni e/o attività e progetti in Italia e/o in Europa.

Fonte: domanda n.37 del questionario

Tra tutte le imprese associate che hanno partecipato al questionario, il 57,61% dichiara di essere a conoscenza del Golden Power e del suo possibile impatto e delle limitazioni sugli investimenti e/o sullo svolgimento di attività in Italia. Inoltre, il 45,65% delle imprese ritiene, in varia misura, che il sistema del Golden Power sia poco chiaro e che i criteri applicativi non siano sufficientemente obiettivi.

Fonte: domanda n.30 e n.31 del questionario

4. Punteggio complessivo degli investimenti relativamente basso

Fonte: domanda n.28 del questionario - ambiente per gli investimenti delle imprese


Come mostrato nella figura sopra, il punteggio medio attribuito dalle imprese intervistate ai 9 quesiti è di 6,56 punti (su un massimo di 10). L'ambiente sociale e culturale ha ottenuto valutazioni elevate, mentre le insoddisfazioni maggiori si registrano nei confronti dell'ambiente dei servizi commerciali (ad esempio, l'efficienza del govemo). Allo stesso tempo, le procedure burocratiche complesse e la bassa efficienza del governo hanno avuto un impatto significativo sulle imprese associate.

Fonte: domanda n.28 del questionario - ambiente dei servizi alle imprese


Secondo ulteriori indagini, quasi la metà delle imprese intervistate ritiene che le complesse questioni di conformità fiscale, il panorama politico che influenza le relazioni sino-italiane, l'inflazione, la burocrazia degli enti pubblici italiani e il protezionismo rappresentino difficoltà e sfide per gli investimenti delle imprese cinesi in Italia.

Fonte: domanda n.27 del questionario


5. Le imprese cinesi mantengono un atteggiamento cauto nei confronti dei futuri investimenti in Italia


Il 6,52% delle imprese intervistate ritiene che il mercato italiano sia il più importante dopo quello cinese nella loro strategia di globalizzazione, mentre il 65,22% lo considera uno dei mercati regionali chiave.


Per quanto riguarda i piani di sviluppo per i prossimi tre anni (2024-2027), il 44,56% delle imprese riconosce l'importanza del mercato italiano: il 39,13% lo considera tra i primi tre mercati più importanti, mentre il 5,43% lo considera come il mercato primario. In linea con tale prospettiva, oltre la metà (51,09%) delle imprese intervistate ha dichiarato l'intenzione di aumentare il numero di dipendenti in Italia nei prossimi tre anni. 


Considerando i fattori negativi sopra menzionati, il 33,7% delle imprese intervistate ha dichiarato di avere piani chiari per ulteriori investimenti nelle attività esistenti nei prossimi tre anni, mentre il 45,65% ha espresso di avere incertezze. Gli obiettivi di sviluppo corrispondenti si concentrano sull'espansione della quota di mercato delle attività già esistenti e sull'esplorazione di nuovi mercati, prodotti o servizi.


Per quanto riguarda l'intenzione di effettuare operazioni di fusioni o acquisizioni nei prossimi tre anni, solo 1'8,7% delle imprese intervistate ha espresso un parere positivo, mentre il 38,04% ha espresso un parere negativo.


In conclusione, nel 2023 le imprese associate hanno dimostrato un andamento operativo complessivamente stabile, contribuendo in modo significativo all'economia italiana in termini di fatturato, occupazione e fiscalità. Tuttavia, a causa delle politiche protezionistiche e delle preoccupazioni legate all'ambiente imprenditoriale generale, la maggior parte delle imprese associate ha scelto di perseguire uno sviluppo stabile nei prossimi tre anni, concentrandosi principalmente sullo sviluppo delle attività esistenti. Le acquisizioni e fusioni non sono più considerate una priorità per lo sviluppo futuro.



Link al testo completo in cinese del Rapporto sullo Sviluppo delle Imprese Cinesi in Italia (2024) della Camera di Commercio Cinese in Italia:


https://dwz.cn/gvjvellB


Link al testo completo in italiano del Rapporto sullo Sviluppo delle Imprese Cinesi in Italia (2024) della Camera di Commercio Cinese in Italia:


https://dwz.cn/VwNyhPgd

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